L’abete bianco sopporta temperature minime estremo al pari dell’abete rosso, ma le sue esigenze di calore estivo e la grande sensibilità all’aridità fisiologica gli impediscono si espandersi nella fascia alpina. La specie è poco soggetta alle gelate primaverili, ma molto sensibile all’eccessiva umidità atmosferica che favorisce i parassiti.Ama terreni profondi ed umidi. L’apparato radicale è profondo e adatto ad eludere i periodi di aridità. Tuttavia in caso di crisi da aridità i danni sono aggravati dalla presenza di parassiti. È una specie molto tollerante all’ombra nella fase giovanile. Questo gli permette di sopravvivere in popolamenti misti e di concorrere con altre specie. L’abete bianco non riesce a sviluppare popolamenti puri naturali perché non riesce a rinnovarsi nel suo humus.
L’albero ha una forma di cono stretto. A seconda della stazione, l’altezza può raggiungere i 40 - 60 m di altezza.
Le foglie sono lineari, corte (circa 3cm), verde scuro lucente nella pagina superiore, mentre in quella inferiore presentano due strisce biancastre. Gli apici delle foglie sono bifidi. Sono disposte sui due lati del rametto.
Gli strobili sono lunghi dai 10 ai 20 cm, eretti prima verdi poi bruno – arancio, con brattee sporgenti e squame a ventaglio. A maturità si sfaldano e sulla pianta rimane sono l’asse centrale.
Liscia, levigata e grigia, tende a fessurarsi in piccole placche con l’età.
Bernetti G., 1995, Selvicoltura Speciale, Utet – Torino
Chiusoli A. et al., 1993, Alberi ed arbusti d’Italia, Ed. di Selezione dal Reader’s Digest S.p.a. – Milano
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