Dai fondamenti della geologia apprendiamo come i rilievi della terra siano il risultato del lento movimento delle zolle tettoniche, dal loro scontrarsi, del ripiegarsi ed elevarsi, dell’azione erosiva dei ghiacci, del vento e delle acque piovane.
Abbiamo, anche, imparato come l’attività vulcanica abbia contribuito all’emissione di materiale magmatico con il conseguente ed ulteriore innalzamento di alcune aree montuose.
Se sotto il profilo geologico le montagne sono localizzabili al margine delle zolle tettoniche, delimitandone in qualche modo la loro posizione, anche sotto il punto di vista geografico possiamo osservare che le montagne finiscono per delimitare aree territoriali con caratteristiche paesaggistiche, climatiche, faunistiche e vegetali omogenee.
Questo fa delle montagne un elemento chiave per l’interpretazione delle caratteristiche del paesaggio geografico.
Le montagne infatti sono al centro del paesaggio geografico intervenendo su di esso grazie a molteplici fattori:
- Hanno la capacità di influenzare i clima locale attraverso la loro naturale azione di barriera. I versanti esposti ai venti dominanti diventano recettori della masse aria umida, canalizzando le precipitazioni acquose verso le valli e dando vita ad ecosistemi locali rigogliosi;
- Diventano loro stesse riserva d’acqua grazie ai ghiacciai, ai laghi di quota, ai torrenti e nelle falde acquifere sotterranee. Durante la stagione di transizione dalla primavera all’estate le montagne rilasciano gradualmente l’acqua ai territori di bassa quota. Solo i ghiacciai costituiscono ad oggi quasi il 10% del totale delle terre emerse e buona parte di questi ghiacciai si trova in aree montuose. Rappresentano la più importante riserva di acqua dolce del pianeta;
- Le montagne, hanno la capacità di proteggere e nascondere specie vegetali ed animali rispetto al clima rigido dell’inverno e rispetto all’avanzare della civilizzazione antropica. Un esempio importantissimo in Italia è la presenza, all’interno di un recesso impenetrabile delle foreste del Casentino (in pieno Appennino Toscano) di un lembo di foresta di origine post-glaciale. Si tratta della Riserva Naturale Integrale del Sasso Fratino che si estende per 763 ettari e nella quale possiamo ritrovare specie risalenti a 10.000 anni fa;
- Sono risorsa per il sostentamento delle popolazioni di montagna che su di essa innescano processi sinergici di protezione dell’ambiente. Il bosco ed il sottobosco pedemontano forniscono il sostentamento alle popolazioni di montagna che a loro volta contribuiscono con l’aggiustamento del aree boscose, con il terrazzamento dei terreni declivi preservando gli stessi pendii dai fenomeni erosivi;
- Fra le montagne si creano realtà culturali, attività agricole e tradizioni folcloristiche uniche fra loro, lontane dalla banale omologazione della cultura urbana di pianura.
- La loro azione protettiva, nella storia, ha fatto delle montagne da miglior confine per i territori nazionali. La grande guerra si è combattuta per anni sulle montagne ed i capitoli più tragici della storia dei popoli sono stati scritti proprio combattendo fra le aspre montagne;
- Ed in fine, dal punto di vista paesaggistico, le cime, le valli, la forma dei versanti, le creste, le catene montuose rendono caratteristico il paesaggio: facilmente distinguibile dal punto di vista morfologico, culturalmente interessante per la loro varietà estetica.
|
Alla luce di tutto questo, se come afferma il noto geo-filosofo Oswald Spengler il “paesaggio è il secondo volto dell’uomo”, allora è necessario avere cura del paesaggio allo stesso modo con
cui abbiamo cura della nostro stesso volto.