Il fulmine è un fenomeno che si instaura tra le nubi (cariche negativamente) e la Terra (carica positivamente).
Quando la differenza di potenziale elettrico è così elevato da perforare l'isolante (l'aria) interposto tra i due mezzi (nubi e Terra) si genera il fulmine, che è impercettibilmente preceduto da scariche pilota dalla nuvola e scariche di richiamo dalla terra, che poi si congiungono e si ha la scarica.
Dato che la velocità di propagazione del suono nell'aria è di 340 m/sec e quella della luce è di 300.000 km/sec, si può calcolare la distanza in metri tra noi e il fulmine moltiplicando per 340 i secondi che intercorrono tra lampo e tuono.
Se il temporale si scatena quando siamo in montagna (cosa più frequente nei mesi estivi), bisogna:
- allontanarsi dalle cime, dalle creste, dagli alberi isolati;
- non sostare in spazi aperti;
- stare accucciati con i piedi ben uniti, senza toccare i compagni (l'ideale è stare distanziati di una decina di metri);
- se bisogna spostarsi, è meglio farlo saltellano, toccano il suolo con un piede alla volta, poiché la scarica elettrica toccato il suolo tende a spalmarsi concentricamente;
- tapparsi le orecchie con le mani per evitare danni ai timpani.
Ricordiamoci anche che i cavi metallici delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati, così come le corde bagnate sono potenzialmente pericolosi in quanto veicoli preferenziali per la scarica dei fulmini. Eliminiamo anche oggetti acuminati con punte di acciaio (ombrelli, martelli da geologo). Ricordiamo infine che le persone colpite da un fulmine non sono elettricamente cariche e quindi non si corre alcun rischio a toccarle e a soccorrerle. Iniziare subito la respirazione bocca a bocca: poiché l'assenza di respiro è comune nel folgorato.
Rivolgersi subito al Soccorso Alpino: se il soccorso è rapido, le probabilità di sopravvivenza aumentano.